sabato 2 gennaio 2016

CALAMECCA E PELLEGRINO ANTONINI

Calamecca
e
Pellegrino Antonini


Pellegrino Antonini ingegnere pistoiese (1765-1827) , con i suoi due testamenti
del 22 gennaio 1821 e del 28 febbraio 1825, al liceo Forteguerri istituì una cattedra di veterinaria con una rendita annua di 150 scudi per il mantenimento di un insegnante che tenesse lezioni di veterinaria almeno tre volte a settimana.

Stabilì inoltre che con l'esubero della rendita di mantenimento di un oratorio a Calamecca, fossero distribuito in tre parti uguali ad altrettanti istituti cittadini, Orfanotrofio Puccini, istituto delle Abbandonate ed istituto delle Crocifissine.

Pellegrino Antonini istituì inoltre l'istituzione denominata “LEGATO ANTONINI”, detta istituzione serviva ad amministrare l'enorme suo patrimonio di carattere agricolo-forestale.
Il magnate fece costruire alla “Macchia Antonini” (allora macchia di Calamecca), la cappellina prospiciente alla strada che porta alla fattoria, 



circondata da castagni ed abeti secolari (oggi alcuni abbattuti) dove riposano ancora le sue spoglie.
Alla fine del settecento circa , Antonini acquistò la macchia di Calamecca, “nome dato dal granducato”, e vi fece costruire le strade per raggiungere il posto.


Espresse anche volontà di fornire la dote a due spose dell'anno di Calamecca ed a una sposa di Momigno.

Si sa che le volontà dei defunti vengono mantenute solo se fanno comodo ai vivi, e detta volontà cadde in disuso e fu trasformata in altre opzioni “dice,” in anni avvenire.





IL TESTAMENTO DI PELLEGRINO ANTONINI del 1821


(trascrizione da una copia dattiloscritta conservata nell’archivio comunale di Piteglio)

L’anno milleottocentoventuno e questo dì 22 gennaio in Pistoia io sottoscritto Pellegrino del fu Felice Antonini, possidente, di professione Ingegnere, domiciliato nella città di Pistoia. Volendo provvedere ora che sono sano di mente e di corpo alle cose mie per dopo la mia morte;
Primieramente raccomando di cuore l’anima mia al Suo Creatore e ciò si degni di riceverla nella sua Gloria per tutta l’Eternità. E successivamente ordino e voglio che seguita la mia morte i soprascritti miei eredi o erede, faccia celebrare nella Chiesa Parrocchiale del mio domicilio un decente funerale con quel numero di messe che giudicherà opportune. Ordino e voglio, che dopo l’associazione alla Parrocchia, il mio cadavere sia portato dalla Compagnia della Misericordia fino alla Porta al Borgo per essere condotto nel mio locale dei morti in Calamecca.
Perciò ivi sia dalla Misericordia consegnato successivamente alla Compagnia di Santa Maria Assunta in Gora, di Burgianico, di Gello, di Sarripoli, di Campiglio, di Momigno, e da questa a quella di Calamecca, facendo ciascheduno cammino per il suo popolo; e mancando una o più compagnie l’antecedente a quella che manca trapassi fino a incontrare la compagnia susseguente che aspetta, godendo il diritto della mercede infrascritta delle Compagnie o Compagnia che hanno supplito avendo ciascheduna alla testa il loro rispettivo parroco o suo rappresentante; E saranno accompagnate per tutto il viaggio dall’infrascritto esecutore testamentario, quale resta incaricato di fare alle medesime l’opportuno invito. Per retribuzione del suddetto trasporto i miei eredi o erede pagherà a ciascheduno dei Parrochi o Compagnia nella maniera seguente:Alla Compagnia della Misericordia sarà dato a titolo di regalo libbre 12 di cera bianca a piacimento del guardiano.-Ai parroci; a quello della Città, se v’interviene, di Santa Maria Assunta, Burgianico e Gello L. 7.- Ai Parroci di Sarripoli, Campiglio e Momigno L. 14 per ciascheduno; a quello di Calamecca L. 18, ed ognuno di loro goderà dell’elemosina di quel parroco mancante a cui avesse supplito. A ciascheduno individuo della Compagnia di Santa Maria Asssunta, Burgianico e Gello che interverrà con cappa di suffragio del trasporto (sempre che siano fratelli) L.2 Alla Compagnia di Sarripoli, Campiglio e Momigno per ciascheduno incappato e fratelli L. 3, - Alla Compagnia di Calamecca L. 4.Ordino e voglio che il mio cadavere giunto che sia all’infrascritta Cappella dei Morti ed in mancanza della Chiesa Parrocchiale di Calamecca, sia lavato profumato e imbalsamato, chiuso in doppia cassa di tavola di legno stagionato di castagno e quindi provvisoriamente sepolto nella Compagnia di detta Chiesa o nell’Oratorio del Colle in luogo asciutto per poi trasportarsi privatamente nella citata Cappella dei Morti subito fatta e ultimata che sia, quando già in mia vita non l’ebbi fatta edificare, nelle maniere che appresso:Ordino e voglio che dentro un mese dal giorno dell’arrivo del mio cadavere nella Chiesa di Calamecca o nella citata Cappella, i miei eredi o erede faccia celebrare un funerale di esequie al quale prego caldamente i medesimi di volere intervenire con un seguito di amici e amiche ai quali sarà dato, oltre il trattamento, anche una riconoscenza a forma di quanto sarà detto in voce o in iscritto all’infrascritto mio erede. Ordino e voglio che dopo l’anno della mia morte sia fatto un decente anniversario nella Chiesa dei Minori Conventuali di S. Francesco di Pistoia, ove sono le ceneri del mio genitore e madre del medesimo, riconoscendo in quel giorno con un paolo a testa i poveri dell cira del mio domicilio.
 Il secondo anno dopo la mia morte sarà fatto altro più piccolo anniversario nella Chiesa della Vergine fuori Porta Fiorentina, ove riposano le ceneri della mia genitrice, facendo l’elemosina ai poveri della Città di Crazie due a testa. Nel terzo anno finalmente altro più ristretto anniversario ordino e voglio che sia fatto nella Chiesa Pievania di Piteccio, ove sono le ossa dei miei antenati. Ed ivi alle esequie siano invitati i miserabili di quel popolo, dandoli a quelli che v’interesseranno Lire una a testa.-Per il titolo di legato, lascio alla servitù che si troverà in mia casa al giorno della morte: se con servizio dentro i cinque anni, scudi 60 all’uomo e scudi 50 alla donna; se al di là dei cinque anni fino ai dieci, scudi 100 all’uomo e scudi 80 alle donne; e se al dilà di anni 10 scudi 200 all’uomo e scudi 180 alla donna. Al parrucchiere che mi servirà il giorno della mia morte lascio il terzo della proporzione che sopra. Ai contadini che saranno nei miei poderi al giorno della mia morte voglio che li sia condonato ogni debito che potessero avere a mio favore ed in mancanza di tal debito voglio che li siano pagati per una sola volta e per ogni famiglia scudi 25. Parimenti ordino e voglio che i miei eredi o erede, dentro l’anno dalla mia morte incomincino l’edificazione di una Cappella ossia Oratorio nel mio possesso sotto il nome dei Morti Antonini ossia Macchia di Calamecca nel Comune di Piteglio, e precisamente nel monticello lungo la strada comunicativa in vicinanza e in veduta della casa di abitazione presso il prato della Lama lunga a levante del viale che sale al poggio Vestito di Abeti; e di proseguire il lavoro fino alla sua ultimazione dentro lo spazio di anni cinque al più sopra il disegno e modello che sarà lasciato da, me Testatore; ovvero di proseguire, ed ultimare la detta Cappella, nel caso che sia stata già incominciata durante la mia vita, bene inteso che tale lavoro sia fatto con la massima stabilità e tutta la parte esterna e bassa di pietra serena, o di pietra albarese scalpellata alla rozza
Il titolo di detta Cappella, ossia l’Oratorio sarà “S. Pellegrino dei Monti” per quanto sopra la porta esterna d’ingresso in lastra di marmo bianco vi sarà scritto “Sepolcro Antonini”. Ed all’oggetto che in detta Cappella sia in tutti i giorni festivi celebrata la Santa Messa, istituisco una Uffiziatura ossia Cappellania, da conferire la prima volta ad un degno Sacerdote ad elevazione della mia erede in mancanza di figli, e finche vivrà e successivamente del Vescovo prò-tempore di Pistoia, dietro il concorso nelle forme canoniche per eleggersi più degno Sacerdote. Sarà in dovere del suddetto Cappellano oltre la celebrazione della Messa in detto Oratorio in tutti i giorni festivi e nelle solennità di servire alla Chiesa di Calamecca, e di soddisfare ancora agli oneri seguenti:   
Nella domenica più prossima al dì 20 agosto di ogni anno, sarà fatta in questa Cappella una festa con Messa Cantata e celebrazione di cinque messe piane, e il giorno Vespro e Litanie dei Santi con preci ardendo un sufficiente numero di lumi. Dopo la Messa cantata sarà fatta un’estrazione di tre doti che due per le ragazze del popolo di Calamecca dai 16 ai 30 anni; ed una per le ragazze del popolo di Momigno della stessa età, ed a ognuna sarà pagata somma di L. 70 moneta fiorentina all’occasione del suo matrimonio spirituale o temporale, a condizione che non possa cumularsene più di una nella medesima persona, ed a condizione pure che giunta all’età di anni 30, senza essersi collocata, la ragazza perderà un tal diritto, e sia la sua dote immediatamente conferita nel giorno di detta festa ad altra ragazza di quel popolo: il che deve pure eseguirsi nel caso che una delle dotate premorisse alla sua collocazione ferma stante la collocazione delle altre doti ordinate come sopra.-Quest’estrazione sarà fatta alla presenza del Parroco Pro-tempore di Calamecca e del Piovano di Momigno, o loro rispettivo delegato, quali con lo stesso Cappellano legalizzeranno la carta di sicurtà ossia una fede, acciò dal Cappellano senza difficoltà, sia fatto il pagamento a luogo e tempo alle ragazze estratte e dotate. Per l’incomodo dei citati Parrochi, il Cappellano pagherà annualmente L. 7.-Nella ricorrenza del giorno della mia morte, il suddetto Cappellano dovrà fare ogni anno in perpetuo un funerale con Messa Cantata e quattro messe piane: uffizio dei morti ed esequie al sepolcro, il tutto in suffragio all’anima mia, e cadendo il giorno festivo il dì seguente.Parimenti ordino e voglio che dal Cappellano venga ogni anno pagata a favore della Comunità di Porta al Borgo, nelle mani del suo Camerlingo pro-tempore, la somma e quantità di scudi ventuno per ogni anno in perpetuo: acciò la magistratura di detta comunità in corpo adunata, per estrazione conferisca alle ragazze povere nate e abitanti in quella Comune, annualmente tre doti del valore ciascheduna di scudi sei da pagarsi nei modi che stabilirà la magistratura, sì per la qualità delle dotate, sì per i loro recapiti, ed ogni avanzo deve stare di fronte alle spese occorrenti.Finalmente ordino e voglio pure che il Cappellano paghi ogni anno in perpetuo al Cappellano dell’oratorio della Villa di Castagno, Pievania di Piteccio, Comunità di Porta al Borgo, la somma e quantità di scudi due, all’oggetto che il suddetto Cappellano Curato celebri ogni anno nel mese di Giugno numero otto messe, secondo le intenzioni di me Testatore.Per supplire a tutti i suddetti oneri, come pure a quello di mantenere in buono stato tutti gli utensili sacri, dei quali i miei Eredi provvederanno con decenza la suddetta Cappella, ugualmente che alla manutenzione della fabbrica della Cappella medesima (quali cose tutte con inventario verranno consegnate al suddetto Cappellano dalla mia Erede) assegno al Cappellano stesso in perpetuo la somma annuale di scudi duecentotrenta di Lire sette per scudo, moneta fiorentina, da ritirarsi dalle rendite più vicine del podere e boscaglia della Tenuta di Calamecca sopra citata sotto il nome dei Monti Antonini. Ad ogni buon fine ed effetto dichiara di avere ricevuto in dote dalla mia attuale consorte Francesca nata Vignali, la somma di scudi Milleduecento dalla casa paterna, e scudi ottanta di sussidi dotali di luoghi pii. Eleggo e deputo mio esecutore testamentario, il Sig. Dott. Iacopo Piermei, quale prego caldamente ad accettare e sommamente lo prego mandare a fine ed effettuazione tutte le singole suddette mie disposizioni e principalmente l’esecuzione della Cappella e la tumulazione del mio cadavere in quella. A titolo di regola e ricognizione dai miei eredi o erede sarà dato al medesimo un astuccio di sei posate di argento, completo, o la somma di scudi 50 per una sol volta in luogo di quello entro un anno dal giorno della mia morte. Miei eredi universali istituisco e nomino tutti i miei figli che potessi avere alla mia morte con preferenza di maschi alle femmine a forma di legge. Ed in questo caso soltanto senza essere obbligati alla nomina di un Cappellano, ordino e voglio però che venga dai medesimi pienamente eseguito ogni anno quanto al Cappellano suddetto era stato imposto, al quale oggetto dovranno i mentovati miei eredi e figli assegnare ed assicurare quella rendita annua che dalle veglianti leggi viene prescritta in vista di potersi ottenere in specie la pubblicità del Citato Oratorio. Ed in mancanza di detti figli con tutti gli oneri che sopra e perciò anche con l’obbligo della Uffiziatura, istituisco e nomino mio erede universale la Sig.ra Francesca del fu Dott. Girolamo Vignali, mia consorte, la quale prego a soddisfare ed ogni altro onere che prima della mia morte li ordinassi o in voce o in scritto, implorando a tale oggetto, dal Sovrano quelle grazie che saranno necessarie tanto per gli obblighi come sopra espresso, quanto per gli altri che potrà addossarsi prima della mia morte. E questo dico essere il mio ultimo testamento revocatorio di ogni altro che potessi aver fatto. Qual presente testamento è stato tutto da me scritto, datato e firmato, in casa di mia abitazione, posta in Pistoia in Via del Corso.


Ed in fede di che
f° Pellegrino Antonini

mercoledì 16 dicembre 2015

PER UNA SANITA' PUBBLICA




CLAUDIA ROSSI.


Grande fermento sulla sanità Toscana, animi sereni e cittadini pronti a partecipare alla lotta portata avanti dal M5S.
Sabato 12 Dicembre 2015 ore 21,00 presso la sala Baccarini a San Marcello P.se.
Dopo la presentazione degli ospiti e l'introduzione del tema in questione dalla pentastellata Claudia Rossi. E' stata la volta di Marco Ferrari capogruppo di minoranza del comune di Cutigliano che  ha espresso la situazione attuale dell'ospedale Pacini di San Marcello denominato P.I.O.T. delle carenze che sono venute a crearsi nella struttura.
La squadra informativa sulla nuova sanità, era costituita da oltre da Marco Ferrari da:


 ANDREA QUARTINI
Andrea Quartini medico chirurgo e consigliere regionale alla sanità, Daniele Rovai autore del libro, LA NUOVA SANITA' TOSCANA.


 Dott. Giuseppe Ricci ex direttore generale asl 9 di Grosseto, nonchè promotore della raccolta firme per l'abrogazione della legge regionale 28/15, una legge che consente di tagliare gli esuberi alle aziende Ospedaliere, Universitarie, Enti e Fondazioni e che impone la nomina di tre super manager muniti di portafoglio, gestori politici al servizio di Enrico Rossi.
Enrico Cantone, consigliere regionale toscana, Valerio Bobini presidente del CREST (Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana), Marco Buselli sindaco di Volterra. insomma un team di alto livello che fu apprezzato e fu in grado di dissetare i presenti dall 'arsura del conoscere.
DANIELE ROVAI
Il vero shock, suscitando apprensione ma costatando la vera natura della nuova sanità fu dato dalla esposizione di Daniele Rovai che, con supporti visivi e cartacei, fece conoscere la sua inchiesta nei meandri della nuova sanità leggi(distruzione).
Riassumo in breve:
La nota preoccupante è che da ricerca del CENSIS, nel 2014 nel 42% dei nuclei familiari,
 almeno una persona in un anno ha dovuto fare a meno di una prescrizione medica.
Mentre  l'ISTAT dice che il 9% delle persone rinuncia a curarsi. "numeri allarmanti".
Vi sono liste di attesa in aumento, ticket gravosi per famiglie di anziani o con anziani in casa. l'INPS dice che vi sono oggi in Italia 15 milioni di poveri. Si evidenzia pure che l'assistenza territoriale è in affanno ed i servizi irrinunciabili per disagiati , ormai fuori uso.
Tutto questo con la costruzione di nuovi ospedali come Prato, Pistoia, Lucca, ed ora si è aggiunta Massa.
Tutte queste strutture non capienti e con lacune madornali, sembra che a Pistoia debbano essere riaperti alcuni reparti al vecchio Ospedale del Ceppo.......... a Voi il commento.

La montagna la più disagiata, dopo anni di promesse e spergiuri del potenziamento del prontosoccorso di San Marcello Pistoiese, abbiamo assistito al totale smantellamento ma con un'altra promessa, Di costruire l'eliporto per i casi urgenti da trasportare al prontosoccorso più vicino.      Certo che chi ha redatto il progetto non si rende conto che gli infortuni in montagna ci sono sopratutto d'inverno, con neve e raffiche di vento spesso con tormente e l'elicottero vola solo sul
 simulatore.

 I  traumatizzati gravi, i feriti che presentano un  numero di decessi dei pazienti con trauma maggiore in fase preospedaliera è molto elevato. 
Poiché la maggior parte delle morti da trauma avviene prima dell'arrivo in ospedale, è indispensabile migliorare la qualità del soccorso nella fase preospedaliera, soprattutto quando i tempi di trasferimento dal terreno alla struttura ospedaliera sono lunghi: in assenza di soccorso avanzato, la probabilità di decesso durante il trasporto aumenta di sette volte se il trauma è avvenuto in area rurale distante da un ospedale piuttosto che in area urbana.

L’obiettivo di ridurre la mortalità e la morbilità da trauma può essere raggiunto esclusivamente attraverso un complesso coordinato di azioni che vanno dalla fase di allertamento e invio delle équipe di soccorso (dispatch), fino al trasporto dei feriti ad una struttura adatta al loro trattamento definitivo (centralizzazione).  
 Nei traumi penetranti, al contrario, la stabilizzazione sembra non fornire vantaggi rispetto all'immediato trasporto del paziente in ospedale, a condizione che l'ospedale sia raggiungibile in pochi minuti e sia in grado di affrontare qualsiasi emergenza chirurgica.
In sintesi, il presidente Rossi non ha tenuto conto di cosa sia la montagna pistoiese e le sue strade ed i disagi..............( forse con questa azione cerca di portare profitti alla montagna, tenendo in ostaggio i turisti specialmente amanti della montagna innevata, anche se feriti purchè paghino). 

 
Una Legge che sostanzialmente consente di porre in essere la dichiarazione delle eccedenze di Personale Dipendente, gli Esuberi (art 14,16,17), alle Aziende Sanitarie Locali, alle Aziende Ospedaliere Universitarie, agli Enti e Fondazioni e che impone la nomina di tre Super Manager, muniti di portafoglio, veri gestori politici del Presidente Rossi.

Leggi questo articolo su: http://www.gonews.it/2015/04/01/legge-sanitaria-via-alla-raccolta-di-firme-per-il-referendum-abrogativo/
Copyright © gonews.it
Una Legge che sostanzialmente consente di porre in essere la dichiarazione delle eccedenze di Personale Dipendente, gli Esuberi (art 14,16,17), alle Aziende Sanitarie Locali, alle Aziende Ospedaliere Universitarie, agli Enti e Fondazioni e che impone la nomina di tre Super Manager, muniti di portafoglio, veri gestori politici del Presidente Rossi.

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martedì 8 dicembre 2015

Lanciole - Crespole - Calamecca

La Val di Forfora comprendente a valle della Macchia Antonini dove nasce il fiume Pescia che scorre alle pendici delle tre frazioni appunto Calamecca, Crespole e Lanciole caratteristici paesini montani dove in un pomeriggio autunnale  sembra che nei paesi regni il silenzio più totale ed invece, ti rechi ai circoli paesani o bar di paese e prima di varcare l'ingresso senti il vociare quasi acceso dei montanini.
La maniera di essere partecipi alle discussioni di gente in piedi intorno ad un tavolo dove giocatori di carte si disputano la vittoria coronata con un fiasco di vino.
Sembra il famoso quadro di Teomondo Scrofolo, eppure la coesione sociale in questi paesi esiste ancora. tutti si aiutano, si preoccupano gli uni degli altri.....non è fantascienza potete toccare con mano.
http://digilander.libero.it/can_del_pignattaro/teomondo_scrofolo.jpg
Luoghi dove regna la tranquillità più assoluta, chi per motivi di lavoro si è trasferito in città, aspetta con ansia il fine settimana per tornare alla casa natia per poter rigenerare le "batterie".
La luce che, la corolla di montagne proietta sulle case è di un colore unico.

Chi ama la montagna ed il riposo immerso nel silenzio, si rechi nei borghi della Val di Forfora, non importa dove ma, ognuno ha una caratteristica indimenticabile, anche se sembrano simili sono completamente diversi.
  1. Accenno di storia

Lanciole
Nel 1244 a Lanciole risultavano dieci fuochi, e considerata una media di cinque persone per “fuoco”, si può affermare che gli abitanti di Lanciole in quel periodo erano circa cinquanta.
Oggi non siamo molto distanti da quei numeri .







Crespole
Alla metà del Duecento il castello di Crespole, roccaforte del partito guelfo, contava 26 "fuochi", tutti popolani e, posto alle dipendenze di Pistoia, era compreso nella circoscrizione di porta Lucchese, insieme a Lanciole e Calamecca.

Mantenne fino al 1775 la propria autonomia, come testimoniano gli statuti riveduti nel maggio del 1496 . Il castello era governato da un vicario, la cui carica aveva durata semestrale; il nome del vicario era tratto da borse che avevano durata quinquennale.


Calamecca








Dopo che nel 1182 il castello di Calamecca venne raso al suolo dai pistoiesi, in quanto si era rifiutato di sottomettersi, anche Calamecca risultò essere parte integrante del dominio montano pistoiese. Il Liber focorum e il Liber finium  , attestano infatti che, alla metà del XIII secolo, Calamecca era compresa entro la circoscrizione di porta Lucchese, insieme a Crespole e Lanciole, e contava la presenza di 45 "fuochi", tutti popolani. Il suo territorio si estendeva fino a Piteglio, Momigno e Serra Pistoiese.
Dopo la distruzione operata dai pistoiesi, furono questi stessi a farsi carico della ricostruzione del castello di Calamecca, utile roccaforte nelle guerre che sconvolsero la Montagna nei secoli XIII e XIV. Così si presentava nel 1382: "cum muris merlatis undique, cum una turri et cum fortilitiis actis ad defensionem diete rocche"  .
Anche Calamecca fu sottoposto al capitano della Montagna, mantenendosi comune libero, come attestano gli statuti rivisti nel 1585 e 1614  . Il comune era retto da un vicario, carica di durata semestrale, tra i compiti del quale rientrava la vigilanza sulla buona tenuta delle strade. Negli statuti rivisti nel 1614 si stabilì che responsabile dell'estrazione dei nominativi dei vicari fosse il camarlingo in carica e si specifica che, colui che fosse stato estratto, oltre l'obbligo di accettare la nomina, non avrebbe ricevuto alcun compenso  .
 Il camarlingo generale, responsabile delle esazioni delle imposte dirette e indirette, era affiancato nei periodi di carestia dal camarlingo "dei viveri" per la distribuzione di farina di castagne alle persone bisognose, gli stimatori dei beni e la guardia campestre, posto messo all'incanto dal vicario e al quale potevano concorrere tutti coloro che avessero superato i 18 anni di età.
Figura posta in risalto dai capitoli conservati era quella del cancelliere, del quale si sottolineava in particolare il compito di ricevere dal vicario, al momento della sua entrata in carica, i libri del comune, che si impegnava a custodire con cura. Tali libri erano quello dei capitoli, il "libro delle ragioni" e l'estimo.
 Questi statuti e le successive riforme furono aboliti nell'aprile del 1775, quando Calamecca entrò nella neonata Comunità della Montagna, ingresso che pose fine alla sua autonomia. Nell'archivio di San Marcello sono attualmente conservati un registro di partiti e deliberazioni (maggio-ottobre 1637), un dazzaiolo della tassa del macinato (1733-1734) e alcuni registri appartenenti alla soppressa Compagnia di San Miniato e all'Opera di San Miniato (sec. XVIII); altri documenti relativi alla Compagnia (1564-1784) e all'Opera (1607-1785) si conservano presso l'Archivio di Stato di Pistoia.

Volete conoscere  meglio la Val di Forfora?
Venite a trovarci, sarete considerati amici-ospiti non turisti.


Fonte AST archivi storici comunali toscani




















domenica 6 dicembre 2015

notizie

VAL DI FORFORA – CALAMECCA

Sembra in via di risoluzione la catastrofica diffusione del cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu).
L'insetto aveva attaccato esclusivamente il genere castaneo provocando sui germogli a primavera degli ingrossamenti che compromettevano lo sviluppo vegetetativo e la fruttificazione degli stessi.
Dal 2010 che vennero registrate le prime avvisaglie ad oggi, la produzione della castagna ha avuto via via un calo considerevole fino ad arrestarsi del tutto.
Anno 2015 si riscontra una lieve accentuazione di produzione che lascia ben sperare per il prossimo futuro.
I residenti della Val di Forfora hanno adottato il sistema di potatura verde e semi-capitozzatura solo sulle piante da frutto onde aiutare gli sforzi della regione Toscana alla lotta del cinipide, devo dire con risultati soddisfacenti.